torno adesso adesso dall'ultimo incontro del corso di Linguaggio del Cinema che ho seguito all'Università e che mi ha impegnata per due mesi, dandomi la possibilità di scoprire film d'autore e registi davvero interessanti! credevo di aver fatto l'affare del secolo, seguendo queste lezioni: si trattava soltanto di stare seduta per tre ore, guardare dei bei film (in posizioni non tanto comode, questo va detto!) e, alla fine, mi era richiesto soltanto un breve trattato su tutto ciò che avevo guardato e dedotto da questi incontri... in cambio avrei ricevuto tre punti di credito! niente male, ho pensato...
conclusione??? bhè, con mia grandissima sorpresa (ma, non so perchè, nell'anticamera del mio cervello presagivo che qualcosa sarebbe andato storto!) poche ore fà ho scoperto -e con me altri cinque o sei miei colleghi- che avevo fatto due assenze, quando invece il massimo consentito era non di "due assenze", come avevamo capito in molti, ma bensì di "due ore"...
okokokok.... calma e sangue freddo!
il prof fa "mi dispiace ragazzi, ma la legge è uguale per tutti..."
giustissimo, nulla da dire. la colpa è stata soltanto mia, che mi sono rilassata troppo, come al solito! spero solo che questo mi serva da lezione...
tutto sommato, però, ci sono anche gli aspetti positivi in tutta questa storia: cioè che, come ho già detto, mi ha permesso di conoscere un aspetto del cinema che mi era sconosciuto! credo di poter affermare che il cinema d'autore sia una delle mie nuove passioni!! eh sì... guardare tutti quei film (che nient'altro erano che cortometraggi e docu-fiction) ha fatto crescere in me l'interesse e il gusto per tutti quei film, diciamo, "alla vecchia maniera". cioè, fatti da registi e attori come purtoppo non se ne vedono più tanti in giro (a parte qualche rara occasione..): Orson Welles, un nome per tutti...
in particolare, mi ha colpito il film che abbiamo visto questo pomeriggio. sì, perchè... anche se avevo appena saputo che il corso non mi sarebbe valso e che quindi era inutile restare e vedere anche l'ultima proiezione, stavo per andarmene via quando... un nome ha carpito la mia attenzione: Woody Allen!!! "wow!" mi sono detta. "e perchè dovrei privarmi di una film di Woody Allen, uno dei miei attori e registi preferiti?? almeno qualcosa di buono l'avrò tratta da questo pomeriggio metà sprecato..."
e così, mi sono rimasta seduta nella mia sediolina scomoda e mi sono guardata questo capolavoro del Cinema: ZELIG
il film è presentato sotto forma di documentario, ma in realtà tutti i personaggi sono degli attori...
si tatta dello stranissimo caso di Leonard Zelig, un uomo che soffre di forti crisi di personalità, tanto da vedersi costretto a "camaleontizzarsi" con la gente che gli sta attorno, pur di sentirsi accettato e al sicuro. ma camaleontizzarsi nel vero senso della parola!! guardate un pò...
praticamente, quando Zelig si trova vicino ad una persona che abbia una forte personalità, si vede costretto ad adattare il proprio corpo e le proprie abilità a quelli della persona che gli sta vicino!
naturalmente, nelle mani di un attore come Woody Allen, questo personaggio è di un fascino incredibile! ci si aspetta di tutto da lui, meno quello che poi effettivamente fa...
vuoi o non vuoi, si finisce per provare compassione per questo pover'uomo, colpito dalla "sindrome del camaleonte".
ma quello che fa riflettere più di tutto, è la reazione del mondo: tutti lo vedono come un fenomeno da baraccone, lo deridono, lo amano e lo odiano, lo sfruttano, lo accusano... quando scoprono il fenomeno, i media ne approfittano subito (e quando mai...) e i parenti, che dovrebbero proteggerlo e aiutarlo, lo sfuttano e ci guadagnano...
il suo caso diventa una moda: tutti ballano il "ballo del camaleonte", comparno gadget e giornali che parlino di lui... insomma, uno schifo! soltanto una psichiatra se ne prenderà cura...
un altro a spetto del film che mi è piaciuto molto è proprio la tematica della personalità: quante volte, pur di farci accettare, rinunciamo a noi stessi, alle nostre idee, ai nostri gusti personali e ci uniformiamo alla cosiddetta massa, per amore di essere accettati...??
ma vi dirò come la penso io: siamo noi che dobbiamo accettare quelli che dimostrano di non avere una loro personalità e una capacità di discernimento! e non loro a dovere accettare noi, che sappiamo ragionare con la nostra testa e, magari, ci vestiamo-pensiamo-ascoltiamo musica in modo "diverso"...
vi consiglio di vederlo, è davvero bello, interessante ed esilarante!
in fin dei conti, Woody Allen è sempre Woody Allen!